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Scuola, Retrocomputing, Retrogames, Filosofia, in modo semplice e con qualche innovazione.
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Commenti (civili) e giudizi sono graditi, attendete qualche giorno per vederli, debbo prima controllarli e poi eventualmente rispondere.

lunedì 23 novembre 2020

RETROCOMPUTING --- CONSIGLI PER COLLEZIONISTI.

Vale la pena collezionare? Quello che dico vale per qualunque collezione, dai quadri ai francobolli, alle armature medioevali, alle sorprese kinder. Tutti gli oggetti si deteriorano, soprattutto se sono di plastica quindi è meglio avere degli emulatori per i computer, o le foto delle sorpresine kinder, o magari le scansioni 3d al computer per una armatura?

I collezionisti in generale iniziano questo hobby per i motivi più svariati, molto spesso partendo da oggetti che li hanno colpiti durante l'infanzia, l'hobby diventa passione quando la gioia di trovare un oggetto tanto cercato ti rimane dentro, e spinge a trovare altri oggetti simili. Ebbene si, somiglia a qualunque percorso che crea una dipendenza, ma si può rimanere nell'alveo della normalità se si riesce a dare a questa passione un fine utile a se e agli altri, mentre una dipendenza di solito è distruttiva.



Quali regole seguire per far si che io collezionismo diventi qualcosa di positivo, in pratica una sorta di sublimazione?

Personalmente seguo queste regole apprese col tempo, valgono anche per qualunque genere di collezione, eccole:

1) Delimitare con un certo rigore l'oggetto della collezione, altrimenti ci si ritrova con tanti oggetti scollegati tra loro e privi di un senso che li accumuni e dia anche loro una progressione, una storia insomma. Si tratta infatti sempre di oggetti che raccontano una propria storia, ma guardandoli nell'insieme si può avere anche una storia comune. Bastano anche pochi oggetti, purché molto significativi, per avere una buona collezione, oppure è anche una buona idea collezionare cose che occupino poco spazio.

2) Cercare di essere in grado di effettuare la manutenzione e eventuali riparazioni di base, in modo da dover chiedere aiuti solo in casi più seri e rari, e comunque su Internet qualche aiuto si può darlo. In effetti se si è rispettato il punto 1 è più facile "specializzarsi". Tra l'altro una riparazione riuscita è gratificante.

3) Ricordarsi che la collezione è per noi, non siamo noi per la collezione. Esiste la famiglia, la ragazza, amici, insomma la vita. Ricordatevi che tra collezionista ed accumulatore compulsivo la differenza è sottile, basta perdere la capacità di delimitare con rigore gli spazi riservati alla collezione senza creare problemi alle persone conviventi.

4) Come corollario del punto 3, non danneggiate la vostra economia per comprare oggetti, cercate di autofinanziarvi vendendo doppioni, pezzi fuori dall'oggetto della collezione, altri oggetti di casa che magari prima semplicemente buttavate e in realtà hanno un mercato. Comunque ricordatevi che potete aggiungere alla passione l'idea di un buon investimento, molti oggetti col tempo acquistano valore.

5) Quando arriva la vecchiaia, o, corna facendo, avete già avuto l'avviso di sfratto da questa vita, se gli oggetti non si sono deteriorati prima, ricordatevi che dovrete separarvi, provvedete a dare loro un futuro senza di voi. Vi hanno dato bei momenti quindi è giusto ricambiare, se trattati bene vi saluteranno lasciandovi qualche soldino per la vecchiaia o per i vostri cari.

E qui aggiungo dei punti suggeriti da un appassionato come me, Dino Baldi, ma altro potete aggiungere nei commenti:

6) Allargate il cerchio. Non restate soli con i vostri ritrovati e le vostre scoperte. Se vi guardate in giro, la vostra città ed il suo contorno offrono enormi potenzialità per formare un gruppo di amici, accumunati da una sana propensione per lo smanettamento. Promuovete contenitori di passione.

7) Investite sul futuro del passato coinvolgendo i giovani. Iniziative come CoderDojo permettono di diffondere consapevolezza nelle menti dei piccoli, far conoscere per far capire. Non è vero che servono per forza 4K e 100 hz per divertirsi. Neanche tanto ben nascosti, nel numero, si annidano molti piccoli nerd affamati, hanno solo bisogno di una piccola spinta.

8 e altro) Fate voi.


lunedì 5 ottobre 2020

SCUOLA ---------------------- GUIDA ALLE BASI DELL'ECONOMIA

Ho messo in linea una breve presentazione che fornisce alcune informazioni di base sull'economia, in particolare dai bisogni all'attività economica, potete trovare questo file (liberamente scaricabile, ma ricordatevi di citare la fonte, QUI
E' inoltre disponibile anche un'altra guida in formato pdf consultabile QUI.

martedì 14 aprile 2020

RETROCOMPUTING --- VIAGGIO NELLO SPAZIO E NEL TEMPO.

Visto che con la pandemia non potremo viaggiare come turisti per un po', a beneficio degli appassionati e dei curiosi proviamo a fare un viaggio sia nello spazio che nel tempo, visitando i siti appartenuti alle aziende che hanno fatto la storia negli anni '80 degli home computer, sto parlando di Atari, Commodore e Sinclair. Tutte e tre queste aziende o sono estinte o sono rimasti solo i marchi, ma tutto il resto è completamente cambiato, comprese le sedi che occupavano queste aziende nell'età d'oro degli anni '80.

Andiamo in ordine alfabetico e cominciamo da Atari.
L'azienda fu fondata nel 1972 da Nolan Bushnell e Ted Dabney, ma già negli anni '80, all'apice della sua popolarità, apparteneva al gruppo Warner Communications dal 1976 e Nolan Bushnell aveva già lasciato l'azienda. Durante il decennio venne acquistata da Jack Tramiel, ex proprietario della Commodore, tra gli Home computer più importanti troviamo:  l'Atari 400, il primo vero home computer e alla fine arriviamo all'Atari Falcon, che vendette poco ma oggi è ricercatissimo.
Ecco la sede all'epoca della Warner:
Si trova a Sunnyvale, negli USA, in Borregas Avenue 1165, la sede non è cambiata sostanzialmente, ma era proposta in fitto all'epoca della foto (dal sito AtariProtos.com. Nella stessa zona è presente anche la sede all'epoca di Tramiel, al numero 1195 (dallo stesso sito internet):
Attualmente gli edifici di tutto il complesso sono di Google ed è in corso una ristrutturazione, quindi gli edifici potrebbero diventare irriconoscibili entro poco tempo.
Tra la Atari e la Commodore c'è qualcosa in comune, Jack Tramiel, che fondò la Commodore nel 1953 come ditta che commercializzava macchine da scrivere, tra cui le Olivetti. 
Il suo primo Home fu il ben noto VIC 20   
La sua sede principale operativa fu dal 1976 alla fine nel 1994 a West Chester in Pennsylvania (Stati Uniti d'America) (sede legale alle Bahamas), ecco alcune immagini tratte dal film "Deathbed vigil" girato da Jay Miner (coprogettista dell'Amiga) il giorno della bancarotta nel 1994.
 Questa è la guardiola all'ingresso, quel giorno i custodi erano stati già licenziati. In fondo troviamo il logo Commodore.
Oggi al posto del logo Commodore troviamo quello della QVC,  uno dei più grandi venditori on line anche in TV.




 Ecco l'ingresso principale della sede.
Il posto non è molto cambiato, pur essendo passati ben 26 anni ed è ancora l'ingresso principale, stavolta della QVC. Per ironia della sorte, la QVC vende anche il TheC64 Mini, una rievocazione del più venduto computer della Commodore, il C64.
Qui abbiamo una vista dall'alto del complesso, per arrivare all'ingresso nella foto bisogna girare a destra davanti al posto dove era il logo Commodore (ora c'è quello OVC)segnato dal rettangolino azzurro, e poi andare fino al parcheggio dalla parte opposta.

Passiamo ora alla Sinclair, esistono varie ditte con questo nome (molto comune), qui ci occupiamo della Sinclair Research attiva nel mercato degli Home computer. Il più popolare modello, lo ZX Spectrum, fece guadagnare al proprietario della ditta e suo principale progettista Clive Sinclair il titolo di Sir.
Nel suo periodo migliore la Sinclair ebbe la sede nella ex fabbrica di acque minerali "Barker & Wadsworth" in Willis Road, civico 25 a Cambridge, la ristrutturazione fu curata dallo studio di architettura Lyster Grillet + Harding, dal cui sito ho prelevato le foto degli anni '80. Qui a destra c'è l'ingresso da Willis Road all'epoca.
 Qui è visibile sulla destra l'edificio originale e l'edificio nuovo collegato al vecchio da questa grande vetrata che fa anche da hall d'ingresso.









Qui c'è l'interno della hall, con questa grande scala a chiocciola, si nota la grande scultura sul lato sinistro.





Le seguenti foto sono quelle recenti, frutto di un pellegrinaggio fatto da un retrocomputerista con vari suoi amici (sito  https://twitter.com/aru_itsnews/status/908016136058535936)

Questo è l'ingresso all'epoca del "pellegrinaggio", ora c'è un cancello spesso chiuso, perché l'ingresso è ora dall'altra parte dell'edificio.








 Questa è la zona della hall, si tratta evidentemente di un ingresso secondario, si nota la presenza sotto al posto dov'era il logo Sinclair, di un altro logo Sinclair, ma si tratta di un'altra ditta che tratta prodotti medici.













L'interno della hall nel 2016, epoca del 'pellegrinaggio', l'aspetto è un po' più dimesso e manca la scultura













Questa è la vista dall'alto della sede ex Sinclair, che ora fa parte di un complesso universitario, si vede l'ingresso principale attuale con annesso parcheggio in alto a sinistra nell'immagine.



Da dove venivano i componenti dei computer? Per la Sinclair una parte erano forniti dalla Zilog, con la CPU Z80, altri venivano da altre ditte a seconda della opportunità. La Commodore invece usava la cosiddetta integrazione verticale, ovvero faceva produrre i chip principalmente da una azienda del suo gruppo, la MOS Technology, dove fu inventato il 6502, usato anche nei primi Apple.


Questa è la sede fino alla sua chiusura, si trova a Norristown, in Pennsylvania, o meglio, qualche chilometro verso ovest rispetto al centro abitato. 







Un protagonista di quell'epoca, Bil Herd, progettista delle linee di  computer Commodore 264 e 128, ha fatto un video nel 2020 dove viene ripreso lo stesso stabilimento ormai abbandonato, ma ancora in piedi e probabilmente ancora utilizzabile con qualche riparazione, il video è sia su Youtube che su sul sito Hackaday.com,  




Infine ecco la visuale dall'alto dello stabilimento, come si trova con Google, si può dedurre anche l'indirizzo dello stabilimento.








Spero di avervi dati bei momenti per ricordare un'epoca che per i giovani dell'epoca è storia, per molti giovani retrocomputeristi è un mito.