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lunedì 27 dicembre 2021

RETROCOMPUTING --- RESOCONTO DELLA MOSTRA DEI VIDEOGAME DI TRIESTE.

 

Per motivi familiari ho trascorso i giorni di Natale a Trieste, bellissima città che raccomando di visitare a chi può, a parte l'evento di cui farò questo resoconto.

Dal 26 novembre e fino al 20 febbraio, nel Salone degli incanti, presso il faro, si tiene la mostra storica dei videogames, dalle origini fino al presente, titolo "VIDEO GAMES, the exhibition".

L'autore dell'articolo, che ha scattato le foto, mentre mio figlio, visibile in alcune foto, ha testato le console.

Si possono ammirare persino le riproduzioni delle prime macchine con cui giravano i primi videogames, che allora neanche si chiamavano così, da "Tic-tac-toe" a "Space wars", a "Tennis for two", tra l'altro è anche possibile giocarci (quando non si bloccano!).

Da sinistra "Tic Tac toe, "Space Wars", "Tennis for two"

Da lì poi parte un itinerario che mostra tutte le principali macchine da gioco sia quelle da tavolo che portatili, ed uno spazio (forse un po' troppo piccolo e non interattivo) spetta agli home computers che negli anni '80 contesero il mercato alle console.
L'inizio delle console commerciali da casa, la Odyssey della Magnavox, da notare come fosse accompagnata da vari accessori, in effetti era vista anche come un ausilio informatico in vari giochi di società

Il piccolo angolo riservato agli Home computers, sulla destra, non visibile, c'è un Apple II

Molte console sono anche utilizzabili per giocare, anche se con un tempo limitato, per evitare che qualche appassionato monopolizzi una macchina per ore intere, cosa possibilissima. Sono utilizzabili anche alcune console rarissime, come il Virtual boy, una console della Nintendo a 3D monocromo che ebbe poco successo, tuttavia può bloccarsi o guastarsi facilmente, quindi occorre un po' di fortuna e accortezza.

Un cabinato con "Donkey Kong" 


Una Pong della Atari con i vari cloni, tra cui uno italiano della Zanussi, appena sopra la Pong.


Varie console dell'epoca della guerra commerciale tra Nintendo e Sega

In primo piano sulla destra la prima console portatile, prodotta dalla Mattel nel 1976, "Auto race", sulla sinistra una "Microvision", la prima portatile a cartucce, della Milton Bradley

Vai modelli di Game boy della Nintendo

Si può giocare con un Game boy prima versione riportato su schermo grande, nella foto il celeberrimo Tetris

Vari modelli di Xbox e Playstation, dall'altra parte del corridoio ci sono i modelli giocabili


Una zona dove vengono mandati video sulla storia dei Video games, tuttavia l'audio è sovrastato dalle console in funzione nelle vicinanze.

C'è anche un flipper, il secondo oggetto dalla sinistra, è un modello molto sofisticato, dotato di uno schermo che manda video in base alle situazioni di gioco, oltre ai punteggi.

Sulla destra una Nintendo 64 e una Sega Saturn, nell'altro espositore uno dei primi PC di tipo IBM compatibile, usati per i giochi

Il salone degli incanti era un mercato del pesce che veniva venduto appunto all'asta (quindi all'incanto). Ora l'edificio è stato restaurato e utilizzato per vari eventi

Come giudizio direi che vale la pena farci un salto, la visita, se non ci si accanisce troppo a giocare, dura un'ora circa, è possibile evitare di pagare il prezzo del biglietto (15 euro) se si pernotta per almeno due giorni negli Hotel o simili convenzionati siti in città (probabilmente tutti quelli al centro città).

Per ulteriori informazioni: 

https://www.turismofvg.it/eventi/video-games-the-exhibition

Buon gioco!

giovedì 7 ottobre 2021

RETROCOMPUTING --- STORIA DI UN ITALIANO, LUCIANO DEL BUFALO.

Luciano Del Bufalo nel 1956 a Berlino

Prima che molti dei lettori di questo post nascessero, prima ancora che Federico Faggin inventasse il chip 4004, base di quasi tutte le CPU dei moderni computer, già si usavano i primi computer desktop (come la famosa Perottina della Olivetti) ed anche le calcolatrici tascabili, queste ultime erano però meccaniche e richiedevano l'ausilio umano, ma erano comunque piuttosto veloci e precise, in mani abili.
La maggior parte di queste erano degli aritmografi, ovvero delle addizionatrici a cremagliera come questa
Un aritmografo della Addiator

L'immissione delle cifre avveniva usando un pennino (come per l'Apple Newton, varie agendine digitale e i primi smartphone) che serviva a muovere delle cremagliere fino a visualizzare la cifra voluta.
Gli aritmografi però facevano solo addizioni e sottrazioni direttamente, con qualche trucco e prendendo appunti si potevano fare anche moltiplicazioni e semplici divisioni. Per operare più velocemente esisteva un libretto prodotto dal matematico svedese Wilken Wilkenson, dal titolo "Multi Divi" che riportava tutti i possibili risultati fino a tre-quattro cifre, estendibili a più cifre, il libretto era venduto su licenza dalla stessa Addiator.
 

In Italia gli aritmografi più diffusi erano quelli della Addiator,  importati dalla C.I.A.M. (Concessionaria Italiana Addiator e MultiDivi) con sede a Genova in via della Consolazione, civico 22r, di cui era titolare proprio il dott. Luciano Del Bufalo, dottore perché era proprio un medico. Il relativo successo degli aritmografi spinse poi molte aziende sia italiane che straniere a produrre imitazioni sia su licenza che non.
Nei primi anni '50 Del Bufalo aveva bisogno di investire dei capitali guadagnati col suo lavoro, ma aveva anche del tempo disponibile, cosa rara oggi. Trovò che la ditta Addiator di Berlino cercava rivenditori all'estero e si offrì come rivenditore per l'Italia in esclusiva. Dopo aver incontrato i gestori dell'azienda, il signor Schaffhirt e la moglie signora Schaffhirt-Kübler ottenne l'esclusiva (la prima foto si riferisce probabilmente a questo primo viaggio).
In effetti diede una buona impressione ai coniugi Schaffhirt, anche in seguito, era un "partner dignitoso e affidabile che pagava sempre prontamente".
Del Bufalo quindi fondò la CIAM di cui era unico proprietario, o meglio, visto il nome ritengo che fosse una Srl con Del Bufalo socio principale e poi un'altra persona con una quota minima, non poteva essere una ditta individuale perché Del Bufalo era medico e non poteva essere imprenditore.
Comunque sia, tutto il materiale pubblicitario e gli annunci sui giornali erano prodotti o tradotti da Del Bufalo, persino i manuali erano tradotti da lui personalmente. Ecco un esempio di pubblicità
Una pubblicità per i negozianti

Il dott. Del Bufalo partecipava personalmente anche a varie fiere in giro per l'Italia, sempre per promuovere i prodotti della Addiator, Multi Divi compreso, rimase attivo almeno fino al 1970, dove è provata da questa foto l'esistenza di uno stand presso la Fiera Chi Bi Ca nel febbraio 1970, nei locali della Fiera di Milano.

Bisogna dire che Del Bufalo non fece tantissimi soldi con questa attività, ma evidentemente quello che era nato come un tentativo di investimento era in pratica diventato una passione. 
Dopo il 1970 pare che la CIAM non facesse più ordinativi presso la Addiator, in effetti molto lavoro lo facevano le calcolatrici elettromeccaniche da tavolo, inoltre di li a poco entrarono sul mercato le calcolatrici tascabili elettroniche, che ebbero grande successo anche grazie ad un certo Clive Sinclair. 
Malgrado qualche ricerca su internet non ho trovato notizie successive al 1970, Chi vorrà fornirmele sarà benvenuto e verrà citato in questo post.
Come regalo per i lettori QUI sarà possibile scaricare il manuale in formato pdf del Multi Divi in Italiano, tradotto proprio dal dott. Luciano Del Bufalo. 
AGGIORNAMENTO (10/10/2023): sono venuto in possesso di alcuni volantini sempre fatti da Del Bufalo, che fanno riferimento all'IVA, una imposta entrata in vigore in Italia con il DPR 633 del 1972, pertanto devo ritenere provato che la CIAM era ancora in attività almeno fino al 1973.