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Commenti (civili) e giudizi sono graditi, attendete qualche giorno per vederli, debbo prima controllarli e poi eventualmente rispondere.

martedì 7 ottobre 2014

SCUOLA --------------------- FIFTY FIFTY ED ALTRE PERCENTUALI




Il calcolo percentuale è usato con grande frequenza nella vita quotidiana, è bene conoscerlo nel modo migliore perché consente di evitare molte insidie nascoste nell'uso scorretto di questo calcolo.
Le percentuali vengono calcolate partendo da uno strumento matematico che ho trattato in un altro post e detto "proporzione".
In effetti la percentuale è una proporzione particolare, in quanto uno dei suoi membri, solitamente il primo, ovvero l'estremo sinistro, vale sempre 100, ecco quindi la sua forma generale:
100  :  r   =   S   :   P
r è detto anche "ragione percentuale" e significa che ogni cento unità si ottiene un risultato pari appunto a r;
S è la somma sulla quale si calcola la percentuale
P è il risultato, o "percento"
Di solito sono noti r e S, e si parla di un calcolo diretto, quando invece uno di questi due è incognito si parla di calcolo inverso.
Faccio ora un esempio diretto, voglio sapere quanto mi rende un prestito di 200 euro che dopo un certo tempo mi rende il 4% (il simbolo "%" si legge "per cento" e serve a riconoscere quale termine è r), per risolvere sostituisco alle lettere i valori corrispondenti:
100  :  4    =   200 :   x
Risolvendo secondo le regole delle proporzioni, visto che l'incognita è un estremo, ottengo:
1) x  =  200  *   4  =  8    
   100    
Significa che 200 euro al 4% mi hanno reso 8 euro.
La formula (1) può essere resa in modo più generale, perché è la formula standard per calcolare le percentuali, quindi:
2) x  =   S  *  r      
     100 
In pratica, quando si deve calcolare una percentuale conoscendo S e r basta applicare direttamente la formula 2 senza bisogno di impostare la proporzione.
I calcoli inversi si effettuano, come già detto, quando r o S sono incogniti, in tal caso, impostando la proporzione e risolvendo in base al dato incognito, possiamo ottenere uno dei seguenti casi:
incognita r  3) x  =  100  *  P 
                           S 
incognita S  4) x  =  100  *  P
                           r
Ecco un esempio: voglio sapere quale è la percentuale di maschi in una classe che contiene 13 studenti e 10 studentesse.
Innanzitutto si deve sapere quanto è numerosa la classe, sommando maschi e femmine si ottiene 23.
A questo punto conosco sia S, il totale della classe, che P, la parte che comprende i maschi, non conosco r per cui applico la formula 3 e ottengo:
5)  x  =  100  *  13  = 56,52% (importo arrotondato ai centesimi)
               23
In un prossimo post tratterò di un calcolo che deriva dalle percentuali, ovvero il calcolo sopra e sotto cento.




lunedì 14 luglio 2014

FILOSOFIA ----------------- ANCHE CHI CONSUMA "PRODUCE"

File:GDP EU TOP 5.svg
Andamento del PIL per Germania (D), Francia, Gran Bretagna(UK), Italia e Spagna(E)(fonte EUROSTAT)
PREMESSA
Questo post è più "digeribile" per chi ha qualche base di economia, ma l'ho messo nella sezione filosofica perché propone un mutamento nel modo di trattare il lavoro ed il consumo.

IL PROBLEMA
Come è noto nelle economie progredite o "mature" si sta verificando un problema di competitività con le economie in sviluppo, a causa del modo con cui è retribuito il fattore lavoro. Le economie progredite hanno un forte ed esigente mercato interno che richiede prodotti di qualità, ed è per questo che da lì vengono di solito i prodotti migliori, in pratica i consumatori selezionano i prodotti, anche se le imprese tentano di dirigere almeno in parte i loro gusti.
Il lato negativo sta nella retribuzione dei lavoratori nei Paesi "maturi", che è molto più alta dei lavoratori dei Paesi in sviluppo e rende il costo dei prodotti meno competitivo rispetto a questi ultimi.

LE FUNZIONI ECONOMICHE DELLE PERSONE
In effetti ogni persona che vive in un Paese svolge varie attività spesso non retribuite, ma che hanno invece una forte utilità per tutta la comunità, per esempio mette al mondo e educa e fa crescere i figli, che garantiscono nuovi consumatori e lavoratori, fa funzionare il sistema politico come elettore, infine, funzione più direttamente economica, seleziona i prodotti da consumare.
Questo ultimo compito è decisivo, se il mercato interno di un Paese non seleziona le imprese con i prodotti migliori, queste non saranno spinte a migliorare la produzione, e infine le renderà incapaci di affrontare la concorrenza estera.
Questa funzione, però, è utile ad un sistema economico nel suo complesso, una persona seleziona tanti prodotti, non solo quelli dell'azienda per cui lavora, per non parlare della funzione riproduttiva ed educativa, politica, ecc, che solo indirettamente riguarda l'economia.
Quando una azienda assume a tempo pieno un lavoratore, non lo paga solo per la funzione direttamente a lei necessaria, cioè il lavoro che può fare, ma lo paga per garantirgli anche tutte le altre funzioni, di cui l'azienda gode solo in parte il frutto.

POSSIBILI SOLUZIONI
Negli ultimi anni si è creato un dibattito sul cosiddetto "reddito di cittadinanza" che avrebbe l'obiettivo di garantire a tutti un reddito di sussistenza, alla luce di quanto ho scritto prima questo reddito avrebbe un ruolo diverso, esso può essere visto come un compenso dato per lo svolgimento di precise funzioni nel sistema economico, funzioni che però non sono godute da soggetti determinati, ma da tutto il sistema economico, quindi non parlerei di "reddito di cittadinanza" ma di "reddito sociale".
Tale reddito, però, ha un senso se contemporaneamente si attivi un processo che sollevi le imprese dal peso di retribuzioni che vanno al di là del mero compenso per il lavoro prestato, sopprimendo anche tutta una serie di posti di lavoro privi di effettiva utilità, determinando un grosso cambiamento nella struttura della spesa pubblica, delle entrate pubbliche e nel livello delle retribuzioni.

ALCUNI CALCOLI PER DETERMINARE LA FATTIBILITA'
Facciamo qualche conto:
Ammettiamo che un singolo abbia in media un fabbisogno finanziario medio di circa €8500 annuali per la sussistenza (alimentazione, vestiario, alloggio e bollette per acqua, energia e comunicazioni), per l'alloggio ovviamente bisognerà ammettere una eventuale divisione con altri.
Questo fabbisogno medio vale per tutti, adulti, bambini, vecchi.
La spesa necessaria per un paese come l'Italia sarebbe di (€8500 per 60M di abitanti) 510 G€ (510 miliardi di euro).
Approssimativamente è 1/3 del Prodotto nazionale lordo, che, per quanto detto prima, sarebbe erogato tramite la spesa pubblica finanziata da imposte.
Teniamo presente che questo reddito non va tassato, per evitare un inutile giro di denaro con relativi adempimenti burocratici e quindi altra spesa inutile.
A questo ammontare va aggiunta la spesa pubblica, attualmente sarebbe di circa 800 G€, ma è un importo che non tiene conto che gran parte delle prestazioni sarebbero assorbite dal reddito sociale, per esempio gli assegni di disoccupazione, la cassa integrazione, tutte le pensioni e gli stipendi ai dipendenti pubblici per la parte sotto i 700 euro netti o 1400 lordi mensili.
Mancando dati attuali mi baso su questo documento ISTAT che, pur riferito al 2007, da una idea delle proporzioni delle voci di spessa interessate:
http://snipurl.com/293m5kq (pagina 5).
- La voce "Redditi di lavoro dipendente vale 165 G€, ammettendo uno stipendio lordo medio di 40.000 € annuali, considerando che 8500 euro netti sostituirebbero circa 17.000 euro lordi si ottiene un risparmio del 42% cioè di 70 G€, tuttavia il forte risparmio di ore lavoro retribuite dovute alla cancellazione di tantissimi adempimenti e funzioni burocratiche dovuto al fatto che le prestazioni sono automatiche e non più legate a adempimenti vari (accertamento dei requisiti, autorizzazioni, impegni di spesa, ecc.), aggiunge almeno altri 30-40 G€ al risparmio.
- La voce "Prestazioni sociali in denaro" potrebbe essere praticamente del tutto assorbita e vale 265 G€.
- altre voci relative a prestazioni sociali valgono circa 48G€, detraibili al 50%.
-Infine la voce "Spesa per consumi" anche qui verrebbe tagliata per tutta una serie di attività e funzioni della pubblica amministrazione non più necessarie, direi intorno a almeno 100G€.
Il totale delle voci precedenti copre tutta la spesa per il reddito sociale.
Al di là dei risparmi immediati dovuti alla sostituzione di prestazioni di servizi pubblici con il reddito sociale, vi sarebbero altri risparmi indotti:
-i danni risparmiati per la criminalità da bisogno, che ovviamente di fatto scomparirebbe, con la conseguente minore necessità di processi, poliziotti, carceri, ecc.
-i risparmi per le imprese dovuti ai minori adempimenti burocratici per gestione del personale, oltre al forte risparmio sui costi del personale tutto ciò potrebbe essere usato per investimenti (si spera) produttivi o/e per incentivare ricerca e sviluppo.

CONSEGUENZE POSITIVE IPOTIZZATE
Una delle prime conseguenze è che decade la tutela del posto di lavoro dal punto di vista della durata sia privato che pubblico (la sicurezza contro infortuni e malattie ovviamente resta), un lavoratore licenziato perde solo la parte di stipendio che supera il reddito sociale, ma, p.es., un nucleo familiare di 4 persone ha un reddito sociale di ben 2800 euro nette e può ben mantenersi.
Qui c'è anche un forte incentivo alla natalità e/o alla convivenza allo scopo di creare economie di gruppo.
Una impresa deve erogare stipendi che, tenuto conto di contributi, salari e tasse risparmiate arriva inizialmente a 1400 euro in meno mensili per ogni dipendente.
Ovviamente cambia la tassazione, ma non di molto, visto che già ora i redditi sotto una certa soglia sono esenti.
A queste condizioni è ipotizzabile che molti, sopratutto persone con lavori a bassa qualifica e con famiglia a carico, saranno invogliati a lasciare quel lavoro e diventare esclusivamente consumatori o cercare di passare ad un lavoro in proprio, più redditizio.

PUNTI CRITICI DEL PROGETTO
I punti sono due, uno economico ed uno psicologico, strettamente collegati.
1) a quale livello medio di compensi si collocherebbe l'equilibrio tra domanda ed offerta di lavoro?
Da una parte la piena flessibilità in entrata ed uscita dal posto di lavoro più la mancanza di una esigenza di lavorare per sopravvivere favoriscono la diminuzione dei compensi, dall'altro la diminuzione dell'offerta di lavoro potrebbe compensare tale tendenza, ma solo se tale diminuzione sia molto consistente, superando il numero di disoccupati ufficiali più quelli che vorrebbero lavorare ma attualmente non cercano lavoro per mancanza di speranze (disoccupazione nascosta).
Credo che l'equilibrio si collocherebbe ad un livello nettamente più basso del livello attuale di compensi, magari leggermente superiore a quello che avevo ipotizzato in precedenza (livello attuale meno 1400 euro).
2) quale mutamento culturale e sociale provocherebbe la sopravvivenza delle persone economicamente garantita?
E' una situazione praticamente inedita nella storia a livelli così massicci. Ci sono sempre stati ceti in queste condizioni, come quelli che vivevano di rendita, ma non si è mai arrivati a coprire una intera popolazione.
L'unico parallelo possibile è quello con la plebe di Roma durante i secoli dal secondo al quarto circa, l'acqua, il cibo, i divertimenti e la cura del corpo (terme) erano tutte fornite dallo Stato gratuitamente a tutti i cittadini romani, ma c'era una grossa differenza, i cittadini non facevano realmente nulla, non selezionavano i prodotti perché già forniti dallo Stato, non sceglievano le cariche pubbliche perché c'era l'Impero, non avevano accesso a scuole per migliorare la propria cultura, al massimo educavano (piuttosto male) i figli.
Queste differenze possono bastare a impedire una degradazione della società? E' una cosa da discutere, non è per niente scontata una risposta positiva o negativa.

giovedì 10 aprile 2014

RETROCOMPUTING --- UN SISTEMA ESPERTO PER RIPARARE SISTEMI COMMODORE

                    

In questo post, grazie alla grande esperienza su sistemi Commodore di Ray Carlsen, ho creato un sistema esperto in grado di fornire una diagnosi per la riparazione di questi oggetti.
Sil sito troverete due versioni, una per Excel ed una per Openoffice.
Una volta scaricato il file apritelo, e seguite le facili istruzioni contenute nella pagina omonima.
Al momento siamo alla versione 2.0 che si occupa di alcune schede madri appartenenti ai lettori di dischetti modello 1541 e di alcune schede madri dei computer Commodore 64, se qualcuno vuole collaborare può mandare alla casella di posta retrohcxxx@yahooxxxxx.xxxit (togliere le x) una email con questo formato:
Modello; sintomo/i; componente interessato.
Il vostro contributo, se con questo potrò aggiungere o correggere la base delle conoscenze del programma, sarà citato con indicazione dell'autore, verranno scartate email senza un mittente reale.
Dal 15 maggio è disponibile la versione in inglese.
Le successive versioni saranno sempre riportate in questo post.
Riferimenti:
Sito dove scaricare il file: Files versione 2.0  
Sito Ray Carlsen:            Sito

mercoledì 19 febbraio 2014

RETROGAMING ---------- EVOLUZIONE DI UN'IDEA

Il Mattel I.A.N.
In un precedente post, questo, ho parlato del Mattel IAN come una console giochi particolare, che consentiva di ottenere con semplici componenti elettronici come un sensore di luce una esperienza di realtà immersiva, in pratica lo IAN sfruttava un ambiente reale come una stanza per far vivere al giocatore una esperienza di gioco, anche se gli oggetti con cui interagiva (gli alieni da cacciare) erano invisibili.
Ebbene questa idea, come un fiume carsico, dopo più di trenta anni di
Una PSP col gioco in oggetto, si vede
 come l'essere è visibile solo sullo schermo
oblio è riemersa quasi identica, ovviamente resa più complessa grazie al progresso tecnologico, sto parlando di "InviZimals" per la console PSP.
Il nome è una sintesi delle parole "invisible" e "animals" ed in effetti si tratta appunto di dare la caccia ad animali invisibili individuabili nel normale ambiente domestico usando una PSP accessoriata con una sensore ottico evoluto, una piccola telecamera.
Il tempo ha fatto la sua parte, l'esperienza di gioco è molto più complessa, assistita da una storia che si dipana e richiede un impegno crescente del giocatore, la console con il sensore non solo individua gli esseri invisibili ma li mostra nello schermo della console e genera per ognuno di loro un proprio carattere.
Il buon successo di questo gioco, diversamente dallo IAN che fu un flop, è dovuto ad un marketing assai penetrante, come adeguata pubblicità e persino serie televisive animate trasmesse in contemporanea sulle principali reti TV commerciali. In effetti ormai i gadget relativi ad eroi televisivi escono insieme alle serie televisive, con una strategia coordinata, mentre una volta si attendeva il successo della serie televisiva per metterli sul mercato.

venerdì 7 febbraio 2014

FILOSOFIA ----------------- BREVI RIFLESSIONI SULLA CREAZIONE

Il Big Bang, inizio dell'universo

Due tesi proposte per confutare la possibilità che esista un creatore dell'universo sono:
1) L'universo esiste da sempre, tale tesi si è evoluta affermando che questo universo si è generato da altri universi con il big bang, e ponendo che quindi l'insieme di tutti questi universi che nascono l'uno dall'altro esista da sempre.
Qui mi limito a citare l'obiezione, già fatta da altri, che comunque c'è qualcosa, il che è una complicazione, il nulla sarebbe più semplice del multiverso. In effetti sembra che almeno questo Universo tenda ad annullarsi in vari modi, dunque che cosa ha turbato questa situazione di massima semplicità iniziale? Tirare in ballo il caso non basta, il caso è un modo per definire una serie di eventi non causati da altro, ma questo richiede che già esista un "qualcosa" dove possano verificarsi degli eventi, come mai questi si possono verificare visto che nulla esisteva?

2) Affermare che esiste un creatore significa affermare che questo creatore debba essere più complesso dell'universo che va a creare, ovviamente il creatore non è stato creato, a questo punto, basandoci sul cosiddetto "Rasoio di Occam" (vedi nota 1) non è meglio affermare che questo universo non è stato creato da qualcun altro, in quanto questa ipotesi è più semplice?
Quando si parla di oggetti complessi in realtà si parla di oggetti nei quali è necessario incorporare molta informazione (da in- formare, cioè "dare una forma"), per esempio, per costruire un computer ci vuole molta più informazione riguardo alle procedure da seguire per costruirlo, rispetto ad un bastone. Il punto è che l'informazione è comunque un qualcosa, cioè è un ente, dunque fa parte dell'universo, se quindi creo un universo dal nulla non debbo essere più complesso dell'universo che creo, basta che io crei anche l'informazione necessaria.
Ecco quindi che tra il far creare da sè un universo complesso e farlo creare da un qualcosa/qualcuno di più semplice diventa preferibile la seconda ipotesi. Quanto alla "natura" del creatore e dell'informazione ho esposto le mie idee in questo post "E la Trinità?" 

(1) il rasoio di Occam è un metodo empirico per scegliere tra varie ipotesi su un fenomeno osservato, tra tutte le ipotesi che possono spiegare come avviene un evento si deve scegliere l'ipotesi o il gruppo di ipotesi più semplice. Dato che questo metodo si è dimostrato efficace (anche se nessuno ha potuto dimostrarne la validità in assoluto) sembra che sia una proprietà della natura.