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mercoledì 6 marzo 2013

FILOSOFIA ----------------- FEDE - DOGMI - SCIENZA - SPERIMENTAZIONE

Gregor Johann Mendel, prete ceco scopritore dei principi della genetica
(da wikipedia)
Un giorno vado all'ufficio brevetti e chiedo di brevettare una macchina sul moto perpetuo.
Grande scena di ilarità nell'ufficio, gli impiegati faticano un pò a riprendersi, ed a rispondermi che non è possibile, è vietato. "Come è vietato?" chiedo. Mi spiegano che al termine di continui studi e sperimentazioni e tentativi infruttuosi si è concluso che il moto perpetuo è impossibile, una conclusione tratta dalla scienza sperimentale e speculativa, per la precisione si viola il secondo principio della termodinamica. Adesso la questione è chiusa, e chi si ostina a cercare il moto perpetuo non è neanche da considerare uno scienziato.
Tra me e me penso a cosa sono i dogmi per la Chiesa, in molti (ed anche io una volta) credono che sia il presupposto su cui si fondano i precetti religiosi e l'intero ragionamento teologico (in logica si definiscono così i cosiddetti assiomi) , ma non è così, è il contrario. Un dogma viene stabilito al termine, non all'inizio, di una lunga speculazione filosofica, spesso assai vivacemente combattuta ma anche in seguito ad evidenze che potremmo dire "sperimentali". Quindi un dogma è più simile ad un teorema scientifico, che giunge appunto al termine di esperimenti e ragionamenti appositi.
Una volta stabilito il dogma si considera chiusa la questione, in pratica si ritiene che si sia acquisita una "scheggia" di verità e chi non l'accetta non si considera più un cattolico. Si può passare ad altre questioni, lungo una strada comunque infinita. Tra l'altro i dogmi della chiesa non sono molti.
Ho accennato alle evidenze "sperimentali" e dunque bisogna specificare a cosa mi riferisco, cominciando dalla "fede", cos'è veramente la fede, cosa porta un individuo ad essere credente?
Non credo che basti dire che un credente ha avuto una certa educazione, o una certa cultura o vive in un certo ambiente, e neanche bastano i ragionamenti, tutte queste cose sono state date a tanti individui poi scopertisi "non credenti". Così come il famoso "colpo di fulmine", o esperienze simili, solo chi le prova le capisce e ci crede veramente, gli altri restano scettici o perlomeno dubbiosi od anche indifferenti, in definitiva la fede è proprio un sentimento, come l'amore romantico, come l'odio, od altri. Quante volte diciamo a qualcuno che non può capirci perchè non prova od ha provato quello che sentiamo o abbiamo sentito noi?
Dunque il cammino di un credente comincia da un dato sperimentale, egli prova qualcosa, e cerca dapprima di capire che cosa prova, e poi, capito questo, deve farsi guidare dalla propria fede ogni volta che deve fare delle scelte. Il peccato nasce da una contraddizione, si sente che una scelta non è coerente con quello che si prova, eppure lo si fa lo stesso, volendo ottenere un vantaggio immediato (avidità) od evitare un danno imminente (paura).
Oltre al dato sperimentale soggettivo, nella dottrina cattolica ed in altri culti si considerano altri dati sperimentali meno determinanti ma comunque utili,, i cosiddetti "miracoli" e le "vite dei santi", i primi li conosciamo, per esempio alla ss. Maria si sono attribuiti vari  miracoli che hanno contribuito ai dogmi che la riguardano. Da notare che tutte le dichiarazioni di santità e tutte le conferme di miracoli non sono considerati dogmi, la Chiesa si riserva di tornare indietro su questo se i fatti storici e le evidenze scientifiche li mettono in dubbio, per esempio ci sono vari santi che la Chiesa considera non più certi, radiandoli dal culto universale, al massimo consentendone la venerazione in ambito locale.
Le vite dei santi sono usate anch'esse in via sperimentale, sono esempi di come un essere umano, seguendo con la massima coerenza umanamente possibile (e quindi anche con molti errori) la propria fede, ottiene una esistenza che lo ha fatto sentire pienamente sè stesso, aldilà dei sacrifici e degli stenti che ha dovuto affrontare.
E' la stessa motivazione di ogni scienziato, essere sè stesso.