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Scuola, Retrocomputing, Retrogames, Filosofia, in modo semplice e con qualche innovazione.
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Commenti (civili) e giudizi sono graditi, attendete qualche giorno per vederli, debbo prima controllarli e poi eventualmente rispondere.

sabato 27 novembre 2010

SCUOLA --------------------- MA A CHE SERVE LO STATO?

Fino a qualche tempo fa la domanda del titolo non aveva senso, lo Stato c'e' e basta. Da quando sono maggiormente in voga le dottrine liberiste, pero', la cosae' cambiata, cosa giustifica l'esistenza di una organizzazione spesso invadente, costosa,fonte di regole spesso incomprensibili?
Nel momento in cui chi controlla lo Stato dovrebbero essere i cittadini questa organizzazione deve percio' rendere conto del suo operato, e cosi' coloro che prendono le decisioni in nome di questi cittadini.
secondo la dottrina economica e del diritto, lo Stato deve fornire dei servizi "collettivi" e soddisfare con essi i cosiddetti "bisogni collettivi"
In un altro post ho gia' definito cosa sono questi bisogni collettivi, ma ora e' bene specificarne alcuni meglio.
Tutti noi, per esempio, potremmo aver bisogno che qualcuno decida chi ha ragione in una controversia con altre persone, e che sia in grado di far rispettare questa decisione, occorre percio' una organizzazione che curi queste controversie, cioe' i tribunali, e che anche provveda a far rispettare, anche con la forza, le decisioni prese, cioe' la "forza pubblica" come polizia, carabinieri, ecc. Bisogna notare che questa organizzazione esiste anche se noi non ne richiediamo i servizi, essa e' li' pronta per noi. Quindi un servizio pubblico spesso ha un doppio aspetto, da una parte occorre mantenere una organizzazione anche se non utilizzata sempre, dall'altro vi e' il servizio reso quando giunge la richiesta. spesso e' proprio il primo aspetto che richiede piu' risorse e spesso sembra uno spreco. In realta' l'esistenza stessa di un Tribunale fa da regolatore delle relazioni tra persone, se non ci fosse, tutti si farebbero giustizia da soli ed i piu' forti finirebbero col prevalere, a torto o ragione, sui piu' deboli.
Il fatto e' che gli oneri per mantenere qualcosa che non sempre si usa non possono sostenerlo i privati, perche', per non perderci, finirebbero per far pagare molto a caro prezzo i servizi a chi li richiede. Invece lo Stato puo' imporre che tutti i cittadini paghino una quota delle spese di un servizio pubblico, proprio perche', che lo si usi o no, e' sempre a disposizione di tutti. Questa quota che viene pagata a forza da tutti (con alcune eccezioni) si chiama imposta. La tassa viene pagata da chi effettivamente richiede il servizio, e dovrebbe essere sempre inferiore al costo pagato per un servizio privato, visto che in gran parte gli oneri del servizio sono coperti gia' dalle imposte. Naturalmente qui non parlo ancora delle varie difficolta' e degenerazioni circa l'evasione fiscale, la corruzione, ecc. che possono rendere difficile ritenere conveniente il mantenimento di una organizzazione come lom Stato, sara' argomento di un altro post.

sabato 20 novembre 2010

RETROCOMPUTING ---- MICROCOMPUTERS GENEALOGY

That 's the English version of the genealogy of the microcomputer, already quite popular among Italian retrocomputing lovers.
Genealogy
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Happy reading!

Questa e' la versione in inglese della genealogia dei microcomputer, gia abbastanza apprezzata dagli appassionati di retrocomputing italiani.
Genealogy
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Buona lettura!

AVVISI ------------------------ BANNERS

Nel ringraziare tutti coloro che hanno o stanno leggendo questo blog, vorrei invitarvi, se apprezzate il contenuto dei miei post, a dare una cliccata (una sola) a qualche pubblicita che vi interessa e, se volete, a fare qualche commento.

venerdì 19 novembre 2010

RETROCOMPUTING ---- GENERAZIONI


In questo sito: Genealogia. ho voluto mettere a disposizione dei lettori una mappa o albero genealogico che visualizza la storia dei microcomputer dagli anni '70, quando venne inventato il primo microchip, fino al 1994, quando, col fallimento della Commodore, fini' l'epoca degli home computer proprio quando iniziava l'era di internet per tutti.
Per capire meglio il grafico, si noti che la prima colonna elenca gli anni di questo periodo, lungo le righe si vedranno i principali modelli sul mercato quell'anno. Vengono visualizzati vari tipi di microcomputer, home, personal, console e calcolatrici. I rettangoli blu indicano i modelli, con le relative foto, i rettangoli verdi indicano eventi significativi, i modelli successivi dello stesso tipo sono uniti da linee che terminano con un tratteggio, che indica la continuazione successiva al 1994 o con la scritta "estinto" se non sono piu' presenti modelli di quel tipo dopo quell'anno.

mercoledì 17 novembre 2010

FILOSOFIA ----------------- PROVE D'ESSERE

Dopo breve pausa, per motivi personali, torno a scrivere qualcosa per me ed i miei pochi lettori. Stavolta scrivo di un dilemma tipico di qualche studente del liceo classico o scientifico. Conosco questi dubbi perche' li avevano alcuni miei coetanei quando eravamo poco piu' che quindicenni.
"Come faccio a sapere che ci sono?"
Magari questo dubbio viene insieme a qualche crisi esistenziale galoppante, ma non e' un dubbio balzano, ci hanno pensato su in tanti, almeno da Parmenide. Proprio Parmenide giunse alla conclusione, apparentemente rigorosa, che l'essere e' un ente immutabile, tutto cio' che puo' cambiare e' una illusione, una sorta di proiezione su questo ente chiamato anche Sfero.
 E' una idea che, tra l'altro, hanno anche alcuni scienziati attualmente, immaginano questo sfero come il nostro Universo, che in realta' sarebbe un buco nero, e sulla sua superficie scorrono immagini bidimensionali di tutti gli enti, queste immagini pero' hanno tutte le informazioni (da "in" e  "forma", quindi "dare una forma") che ci consentirebbero di ricavare immagini tridimensionali. Anche noi saremmo immagini in questa specie di "realta' virtuale", inconsapevoli della nostra illusoria realta'.
Trascurando il fatto che Parmenide tenda a confondere l'essere come atto di essere con l'essere inteso come cio' che e', ovvero gli enti, c'e' qualcosa che non va in questa idea dello sfero.
Il punto debole dell'essere parmenideo e' che esso e' solo essere, non puo' ovviamente includere il non-essere, e non ha parti, e' una sorta di monolite. Ora io mi pongo la domanda: "Ci sono parti in questo essere?" Debbo rispondere "No, non ci sono parti!" Ma non avevo detto che il non essere era escluso dallo sfero?
Sembra un giochetto verbale, ma chi legge provi a pensarci un po' meglio.
Per superare il problema dobbiamo ipotizzare che queste parti ci siano, ma e' chiaro che ogni parte, a sua volta, deve poter essere composta da parti, altrimenti si torna al punto di prima. Alla fine il numero di parti va all'infinito, inoltre dobbiamo pensare che ci sia sempre qualcosa, tra una parte e l'altra, non ci puo' essere il nulla, per lo stesso motivo di prima.
Potremmo chiamare questa proprieta' "Horror vacui", cioe' "Orrore del vuoto" come gia' la chiamavano vari filosofi classici, ovviamente qui si intende il vuoto-niente, non il vuoto dei fisici moderni (che non e' mai niente, guarda un po').
Dunque, abbiamo concluso che l'essere e' composto di parti, ma allora qualunque cosa sia composta di parti deve essere, ovvero e' un ente, c'e', insomma, e non e' possibile che il non essere abbia delle parti! 
Ma allora e' facile stabilire se io ci sono, basta vedere se sono divisibile in parti, possibilmente senza farmi male! Be' la mattina mi rado, e la barba faceva parte di me, prima di radermi!
Dunque l'essere e' un fatto, da sperimentare con una esperienza anche solo ipotetica, e questa esperienza e' alla base di ogni ragionamento successivo.
Chissa' Cartesio che direbbe!

sabato 13 novembre 2010

SCUOLA --------------------- LA PARTITA DOPPIA "FOR DUMMIES"

Fra' Luca Pacioli, inventore della Partita Doppia, (quindi non prendetevela con i professori :-) )
 Il cruccio di tutti coloro che studiano Ragioneria (o come altro si chiama a seconda delle cosiddette riforme scolastiche) e' capire come scrivere quei benedetti "articoli" in Partita Doppia che sembrano fatti apposta per complicare la vita agli studenti. Non potro' per brevita' di spazio esaurire tutto l'argomento, ma comincio con lo spiegare in modo piu' digeribile qualche regola.
 Innanzitutto mi occupero' in prevalenza del "metodo" della Partita Doppia, cioe' di come scrivere correttamente gli articoli, un po' le regole del'ortografia in quel curioso linguaggio che e' la PD.
Tanto per cominciare, ogni linguaggio ha il suo vocabolario, ed anche la PD ne ha uno, e' il "Piano dei conti", l'insieme di tutti i conti che dovranno essere usati nei vari articoli.
Per conti intendo qualcosa tipo il conto della spesa, o dell'albergo, ecc., cioe' un prospetto dove sono riportati vari importi riferiti ad una certa cosa che puo' essere l'ammontare dei conto corrente in banca, oppure degli acquisti di merce, ecc.
Attenzione, vanno usati solo i conti elencati nel Piano e non ne vanno inventati altri a casaccio, tipo "accredito in cc" oppure "acquisto merci", altrimenti potrei sraffare dei burlacci che voi non comprendereste (insomma, se io scrivendo invento i vocaboli chi legge non puo' capire).
Altra cosa, cosi' come un comune giornale narra le vicende della giornata (se e' online) o di ieri (se e' stampato), con una serie di articoli redatti in linguaggio giornalistico, cosi' il registro che narra le vicende dell'azienda si chiama giornale, ed e' appunto fatto di articoli scritti nel linguaggio della PD.

E veniamo alle regole d'oro: 1) ogni articolo deve nominare almeno due conti, ma anche di piu', il motivo e' che la PD funziona come il gioco delle tasche, se io prendo qualcosa da una tasca (un conto), o mi rimane in mano, o la metto in un'altra tasca (in entrambi i casi, e' un altro conto). 2) Ogni conto deve avere un solo importo, che va in dare o avere (sono le due colonne di importi che stanno alla destra di ogni pagina del giornale). Preciso che il nome delle colonne e' semplicemente una etichetta per distinguerle, avrei potuto chiamarle "Pippo" e "Paperino", oppure "tic" e "tac", oppure "sinistra" e "destra", insomma, non vogliono dire niente.


Semplice esempio di articolo, in questo caso un prelievo da un conto corrente postale
3) Gli importi totali in dare ed avere devono coincidere per ogni articolo, come nell'immagine sopra. Questo vuol dire anche che occorre mettere almeno un conto per ogni sezione dare ed avere.
L'esempio sopra riguarda un giornale redatto usando un semplice foglio di calcolo Open Office, come si vede ogni rigo del giornale riguarda un conto, per ogni conto e' indicata la data (uguale in tutti i conti dell'articolo), un codice preso dal Piano dei conti, il nome (assegnato in automatico dal foglio elettronico), una breve descrizione e l'importo.
Va poi specificato che, oltre al giornale, esiste un altro registro, il libro mastro, qui sono pure elencati tutti i conti, come nel piano dei conti, inoltre, per ogni conto, c'e' un prospetto che elenca tutti gli eventi che riguardano quel conto, qui c'e' un esempio

Il conto dell'esempio riguarda lo stesso prelievo citato nel giornale, come si vede viene usata la stessa sezione, importo e data dell'articolo.
Sperando di aver aiutato un po' gli studenti finora confusi su questo argomento, scrivero' tra un po' sul sistema contabile, che sarebbe un po' la sintassi della contabilita'.































venerdì 12 novembre 2010

FILOSOFIA ----------------- E LA TRINITA'?

Una immagine artistica della Trinita'

Proseguendo nell'esame della mia idea di Essere, ho voluto verificare se vi erano possibilita' di conciliarlo con il modello trinitario della Chiesa Cattolica, giungendo ad interessanti conclusioni, peraltro assai aperte ad ulteriori approfondimenti e correzioni.
Innanzitutto, essendo l'origine di tutto cio' che e', l'atto di essere si puo' tranquillamente far coincidere con Dio Padre, del resto nella Bibbia la Creazione si concentra in un unico atto, che compare proprio all'inizio della Genesi "In principio Dio creo' il cielo e la terra....". Tuttavia questa creazione era senza forma, senza ordine, occorreva un principio ordinatore, insomma occorreva generare le informazioni neccesarie appunto ad "informare" nel senso di "dare forma" alle cose, ed ovviamente queste informazioni sono anch'esse all'origine delle cose. Guarda caso, si dice nel Credo che e' "attraverso" Gesu', ovvero il Figlio, seconda persona della Trinita', che avviene la creazione. Altra cosa importante, le inforrmazioni per essere utilizzabili, devono appunto essere, in pratica il Figlio e' un ente direttamente generato dall'atto di essere, come principio formatore delle cose. Come ente e' percio' in grado di manifestarsi nel mondo anche come essere umano, con tutti i suoi limiti. Questa incarnazione, pero', appare a noi limitata in un certo tempo, mentre in realta' essa avviene nell'eternita', come il resto della creazione, sicche' e' vero che noi assomigliamo a Dio, perche' siamo simili al Figlio. Per quanto attiene la terza persona, lo Spirito Santo, spesso si dice che Dio e' Amore, cioe' e' un sentimento, qualcosa che si manifesta quando noi sentiamo la sua presenza in noi. In altre parole, Dio Spirito e' cio' che noi proviamo quando avvertiamo questo perenne flusso che crea e attraversa tutto cio' che e', e lasciandoci andare in questo flusso noi troviamo quel momento di pace e serenita' che ci rimane nella memoria, per quanto cio' accada raramente.

giovedì 11 novembre 2010

RETROGAMING --------- EVOLUZIONE DI UN GIOCO

L'evoluzione delle consoles, a partire dalla Magnavox Odyssey, si e' svolta in "soli" 36 anni, lo spazio di poco piu' di una generazione umana, ma di ben sette generazioni di questi computer specializzati. Qui voglio renderla evidente facendo la storia di un gioco a noi ben noto, il calcio. E comincio proprio dalla magnavox Odyssey, la prima console della prima generazione, anno 1974 (circa).

La console, in realta', visualizza solo due rettangoli bianchi a i lati dello schermo, ed una "pallina", cioe' un quadratino bianco, che rimbalza tra esse, il resto che si vede e' in realta' un layer, cioe' un foglio trasparente disegnato e colorato poggiato per forza elettrostatica sullo schermo del Tv.
La console usa delle cartucce, in realta' sono degli interruttori che selezionano il gioco che e' gia' nella memoria della console.
Come si vede cio' che realmente visualizza il computer e' sempre il famoso Pong appena modificato.
 Molto curiosi i controller, soprattutto per il modo in cui dovevano essere impugnati e usati.
Passo ora alla seconda generazione, comparsa intorno al 1977, rappresentata dal gioco del calcio secondo una console Atari 2600.
Non servono piu' i layer, in quanto e' possibile visualizzare gia' nella grafica i dettagli del campo di gioco, inoltre compaiono i colori. Anche i giocatori mostrano un abbozzo di aspetto umano.









Ora tocca alla terza generazione, la cui console piu' rappresentativa e' la NES, comparsa intorno al 1983, a chiusura di un grave periodo di crisi dei videogames a causa della concorrenza degli Home computer.

E' migliorato il dettaglio dei giocatori e del campo di gioco, in piu' compare un abbozzo di tridimensionalita' in quanto il pallone puo' alzarsi dal campo di gioco, il suono comincia a essere diverso e vario, a seconda della situazione del gioco.










All.inizio degli anni '90 fa la sua comparsa la quarta generazione, qui rappresentata dalla Megadrive della Sega.
La potenza di calcolo della console viene sfruttata piu' che altro per aumentare la definizione delle immagini, il gioco assomiglia di piu' a quello reale perche' compaiono suoni campionati, anche voci, in piu' si tiene conto dei falli, ecc.






Per oggi basta, siamo ormai, in questa storia, alla vigilia di un'epoca, quella delle Playstation.

lunedì 8 novembre 2010

SCUOLA -------------------- AMENITA' SUI BENI LIBERI

Leggo sul libro di testo che i beni liberi sono quei beni che sono disponibili in quantita' illimitata.
Un modo come un altro per istigare lo studente allo spreco delle risorse naturali, tanto l'aria, l'acqua, le foreste sono beni liberi, quindi non hanno limiti.
Una semplice frasetta sul libro e vanno a farsi benedire tutti gli sforzi per evitare il collasso che altrimenti aspetta proprio quelle generazioni che stiamo crescendo.
I beni liberi NON SONO ILLIMITATI, se si bruciano le foreste, prima o poi finiremo come l'isola di Pasqua, dove non cresce piu' un albero, se si inquina l'ambiente, presto dovremo girare con le maschere a gas e bere solo l'acqua dei depuratori, ovviamente a pagamento. I beni sono liberi solo perche' sono ABBONDANTI, ovvero superano (per ora) quelli richiesti dalla domanda di chi li consuma, quindi non costano nulla.
Queste risorse sono un dono della natura, o di Dio, e vanno trattati con rispetto, ma occorrerebbe almeno scriverlo sui libri che i nostri figli studiano.

venerdì 5 novembre 2010

RETROCOMPUTING ---- IL MIO INIZIO

A beneficio di eventuali strizzacervelli in ascolto, racconto il mio inizio come collezionista di vecchiume informatico, le mie scelte e motivazioni.
Tutto inizio "per gioco"  infatti bisognava trovare qualche gioco che stimolasse l'attenzione dei miei figli, e mia moglie mi propose l'acquisto per corrispondenza di un computerino per bambini. Quando arrivo' fu effettivamente utile perche' oltre ai giochi aveva del software didattico. Allora non sapevo che in casa era entrato un Famicom compatibile, ma notai il sapore retro dei giochi tra cui proprio quel "Duck Hunt" citato in un altro mio post. La riuscita della cosa mi spinse a cercare nei mercatini qualche altra cartuccia simile. Una domenica, girando per il mercatino vicino alla mia citta' trovai in vendita tantissimi vecchi computer, tra cui zx81, amiga, infine uno spectrum con qualche gioco, che acquistai per 30 mila lire (era la fine del 1998). Stavolta non riusci' molto bene, a causa del caricamento su cassetta, lento rispetto ai giochi su cartuccia, quindi lo riportai indietro (ebbene si' feci questa cavolata, vista con gli occhi di adesso!). Ma ormai, vedendo i prezzi bassi di questi apparecchi, volli cercare una mia vecchia fiamma, un C64, lo avevo comprato nuovo nel 1983 a 670 mila lire come premio per un primo anno di universita' fatto bene. Quel computer lo rivendei a 300 mila nel 1987, nel 1998 ne trovai uno dello stesso modello a 10 mila lire, con un tasto acciaccato, ma completo di alimentatore, registratore e cavo RF. Quando lo collegai e lo accesi, provai una sensazione fortissima, rivedendo la famosa schermata blu a caratteri bianchi, non osavo sperare che funzionasse, ed ora ritrovavo un compagno della mia giovinezza, i pomeriggi estivi passati a digitare programmi, e le ore di serate passate a giocare staccandomi dalla TV. 
 

Per rimettere a posto il tasto ci passai un pomeriggio, con ottimi risultati. Anche i figli apprezzarono, giocando con i giochi che erano insieme al computer, e con altri che trovai dopo. Subdolamente, pero' subentro' la voglia di avere comunque uno spectrum, "per far giocare i ragazzi" mi dicevo, ma era vero solo in parte, in realta' volevo anche riprovare quella sensazione, con altri computer che avevo desiderato ed anche toccato da ragazzo. Ed ora? I computer non si trovano piu' nei mercatini, se non dopo molti tentativi, e sono in genere i modelli piu' comuni. Comunque mi piace passeggiare tra le bancarelle, anche come esercizio di relax, cercando di trovare qualche oggetto utile in famiglia, ogni tanto vendo e compro su ebay i pezzi che trovo piu' interessanti, e mi chiedo se avra' un senso per i miei figli la ferraglia che si trova nel laboratorio. Almeno, per ora, ogni tanto ci giocano.

giovedì 4 novembre 2010

FILOSOFIA ----------------- DIO UN ATTO UNICO?

Partendo dal mio precedente post filosofico, oggi voglio specificare meglio questa idea, facendo presente che la nostra cultura non e' tanto adeguata a trattare concetti relativi ad un "atto", ovvero una azione, che prescinda da un agente.
Comunque, nel mio post precedente ho gia' specificato alcune cose relative a questo atto che sarebbe Dio:
  • E' un atto che si compie una sola volta (ecco perche' ironicamente lo si puo' definire atto unico)
  • Fa essere tutte le cose, quindi, logicamente, esso e' causa e non effetto di ogni ente.
Dato che questo atto crea tutto, compreso lo spazio ed il tempo, prescinde da esso, cioe' e' trascendente, ed e' ovviamente atemporale, quindi si compie in un eterno presente, insomma, la creazione sta avvenendo ora, ed ovviamente sta avvenendo dappertutto. Altro aspetto importante riguarda la sua onnipotenza, che non esiste. Infatti il concetto di onnipotenza e' la "possibilita'" di fare tutto, ma qui si parla di un atto che "fa" tutto, quindi non e' applicabile, cosi' come non ha senso porsi questioni su essa. Dunque qualunque cosa che l'Atto fa la sta facendo, quel che non e' fatto non sara' mai fatto. Anche le questioni riguardanti la preveggenza, il destino, ecc. non hanno senso, esse presuppongono un ente che conosca "prima" che le cose accadano, ma qui non abbiamo ne' un ente, ne' un "prima".
Mi piace 'sta idea, toglie un sacco di problemi di mezzo, e' elegante e semplice, ha un certo fascino, e soprattutto rispetta in pieno il cosiddetto "rasoio di Occam" che prevede che quanto piu' un ragionamento ha pochi presupposti ed e' semplice, tanto piu' e' vicino alla realta' delle cose.

mercoledì 3 novembre 2010

RETROGAMING ----------- DUCK HUNT VENT'ANNI DOPO

Oggi ho riaperto il cartone dove era contenuta la mia NES, per vedere se funzionava un "nuovo" gioco che avevo trovato dai miei abituali fornitori, nientepopodimeno che una cartuccia doppia "Super Mario Bros" e "Duck Hunt". Funzionava, cosi' ci ho giochicchiato un po', anche perche' cosi' potevo testare finalmente la pistola zapper che era con la NES. Curiosamente non sono riuscito a far funzionare la pistola col mio normale schermetto a colori da 7 pollici, ma con un piccolo Tv in BN da 5-6 pollici, di quelli che ormai vendono nuovi a pochi euro.

Risentendo i vecchi suoni di questo gioco, vecchio di circa 25 anni, i miei figli si sono fiondati nel mio laboratorio, prima il piccolo e poi la grande si sono messi a giocare con questa consolle, a Duck Hunt, con uno schermo in Bianco e nero!
Mio figlio, il piccolo, abituato a giocare con la Xbox 360, ci ha giocato almeno una oretta prima di stufarsi, piu' o meno quanto ci avrebbe messo uno come me alla sua eta' ed all'epoca in cui la NES era lo stato dell'arte delle console.
Ma allora la mia casa non esisteva, c'erano solo campi coltivati a tabacco, la Mondadori pubblicava ancora Topolino, ne' avrei immaginato di pubblicare queste parole su un blog. Il fascino del gioco, pero', e' sempre quello.

SCUOLA ---------------------- BISOGNI INDIVIDUALI E COLLETTIVI

Nell'insegnamento della mia materia capita di dover spiegare alle prime classi la differenza tra bisogni individuali e collettivi e di dover tutti gli anni spiegare che quella differenza, cosi' come scritta sui libri di testo, e' fuorviante.
Si scrive che il bisogno e' collettivo quando viene sentito da un individuo quale membro di una comunita' o gruppo, ma questo concetto mi appare impreciso in quanto significa che, come parte di un gruppo, i bisogni di un soggetto sono diversi da quelli che avrebbe vivendo da eremita.
Ma un eremita ha gli stessi bisogni di chiunque altro, se si ammala ha bisogno di cure, se vede gente sconosciuta sente il bisogno di essere protetta, se ha un vicino sente la necessita' di andare d'accordo con lui, o di trovare un compromesso sulle eventuali dispute. Tuttavia questi bisogni da solo non puo' soddisfarli, se la malattia e' grave potrebbe morire, potrebbe essere facilmente sopraffatto dagli sconosciuti se ostili, e potrebbe finire a sassate con il vicino se la disputa degenera.
Serve allora qualcuno che aiuti l'eremita, meglio se questo qualcuno opera in gruppo, per esempio un medico con tanto di infermiere e autista  puo' venire a curarlo, qualche poliziotto, proveniente da una caserma, potra' scacciare gli sconosciuti o indurli a stare tranquilli, un giudice con la sua corte ed i cancellieri, sentenziera' sulle dispute col vicino.
Dunque il bisogno e' collettivo quando il singolo non puo' soddisfarlo, ma ha bisogno dell'aiuto di un gruppo organizzato, del quale lui potrebbe anche non fare parte.
Questa definizione in fondo da ragione dell'esistenza dello Stato, che e' un gruppo che puo' soddisfare alcuni bisogni collettivi proprio grazie alla sua sovranita', cioe' alla capacita' di costringere, anche con la forza, i suoi membri a seguire certe regole. Un esempio e' la sicurezza pubblica che nessun individuo, almeno non ricchissimo, puo' avere assicurata almeno ad un livello minimo, senza sostenere oneri spesso troppo gravosi.

lunedì 1 novembre 2010

RETROCOMPUTING --- STORIA DI UNA SCOPERTA

Nel 1992 uscì dalle catene di montaggio l'ultimo C64 e finiva l'epoca dell'inizio dell'informatica di massa, ne stava per iniziare un'altra, quella di Internet ormai alle porte.
Da allora i collezionisti, i cosiddetti "retrocomputeristi", costruendo le loro collezioni hanno svelato tanti aspetti di quell'epoca ed ormai sembra che tutto sia stato scoperto, o quasi, modelli fabbricati, prototipi, retroscena nella fase di progetto, etc.
Ma qualche tempo fa, andando per mercatini, trovai un C64 modello C, un modello in apparenza comune.
Non avevo ancora trovato nulla in quel mercatino, percio' mi decisi a prenderlo in mano e guardarlo meglio, visto che era in ottime condizioni estetiche. Girandolo notai una cosa non comune, quel computer, anziche' essere chiuso con viti, come tutti gli altri C64 di qualunque modello o versione, era chiuso da incastri. Lo acquistai per pochi euro e a casa lo smontai e trovai che anche la tastiera era tenuta da ganci ad incastro al guscio superiore, le uniche viti usate servivano a tenere ferma la scheda madre al guscio inferiore. 
Il mio C64 Joints  smontato
Si trattava evidentemente di un tentativo di ridurre i costi ed il tempo di assembaggio.
Il computer, infine, era funzionante. La cosa per allora finì lì, lo misi nella mia collezione e non ci pensai piu'.
Pochi mesi fa, andando su questo sito: www.zimmers.net/commie/docs/cbm-products.txt, che e' una specie di summa di tutti i modelli prodotti dalla Commodore, notai che non veniva citato il mio modello di C64C, di questo erano nominate solo due varianti, una uguale alla foto sulle scatole, l'altra leggermente diversa. Così decisi di mandare una mail con allegate le foto del mio modello, ed essendo il primo ad aver segnalato questa variante, un po' come gli astronomi che trovano un nuovo asteroide, diedi il nome di "Joints", ovvero "Ganci" o "Incastri". Dopo qualche tempo mi arrivo' la conferma da Bo' Zimmermann, che gestiva quel sito, dell'inserimento della nuova variante nella lista canonica, con il nome di Commodore 64 sotttoversione 3, dopo 18 anni dalla uscita dal mercato di questo modello.
Cercate e guardate bene, qualcosa di nuovo si trova sempre, anche dopo vent'anni.